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DIPENDENTI

Le mie Reggiane

Il tipo di artigianato era uguale su tutto il territorio, perché non è che Reggio – pur essendo un capoluogo di provincia – avesse un artigianato particolare … Quando sono entrato c’erano i maniscalchi ancora, per dire, che poi erano pochi – quattro in tutta la provincia – però esistevano ancora. Poi sono scomparsi …
Ci fu il fenomeno degli ex lavoratori delle Reggiane che poi incentivò e sviluppò il settore metalmeccanico: perché tutti i lavoratori che furono espulsi dalle Reggiane, nel ’51, si dovettero dar da fare. Alcuni emigrarono all’estero o in province limitrofe, dove acquisirono una capacità professionale specializzata, poi rientravano a Reggio e impiantavano delle piccole officinette. Quando si sviluppò il fenomeno del decentramento produttivo da parte delle aziende industriali, - come Lombardini, Landini e tante altre grosse, Ruggerini e così via – che decentrarono alcune parti dei processi produttivi, nacquero appunto i contoterzisti, artigiani che acquistavano il tornio, la fresatrice o la stampatrice o le presse e così via. Si misero per conto proprio e cominciarono a diventare dei piccoli industriali …

Mario Gibertoni, 1930

 

Abitavo a Cadè e venivo a Reggio alle Reggiane, dopo il lavoro ritornavo per la cena, poi di nuovo a scuola. Venivo a casa, mi mettevo da solo a fare dei compiti su un tavolo, fino alla una o alle due dopo mezzanotte e andavo a sdraiarmi un po’ e poi … Un’altra volta alle Reggiane! E’ stata una vita dura la mia … Perché io ho iniziato alle Reggiane nel 1936 mi pare, ‘36-’37 … Fino all’età di 19 anni e rotti, poi sono andato a militare, sono andato in ritardo essendo dell’aeronautica … In quanto avevo assunto una preparazione specifica per l’aeronautica, avendo fatto il corso all’Istituto come motorista.

Filippo Artioli, 1920

 

L’ "avviamento" commerciale, poi avevo un diploma di stenodattilografa … allora era già qualcosa, insomma, adesso se uno non è diplomato o laureato è difficile che trovi il lavoro … Io ho cominciato subito con le Officine Reggiane, perché a causa della guerra scarseggiavano gli uomini, avevo 17 anni. Per timore dei bombardamenti e per la distanza da casa, poi, mi licenziai.

Maria Casoli, 1923

 

Ho fatto le scuole tecniche a Reggio. Nelle mie intenzioni, dovevo andare a Fermo per conseguire il diploma di perito industriale, ma non ho fatto in tempo perché scoppiò la guerra. Per diplomarsi bisognava andare a Milano o a Fermo, perché a Reggio non c’era l’ultimo anno. A fine anno scolastico 1940 – ero già stato promosso – scoppiò la guerra. Io e i miei compagni di classe fummo invitati dalla direzione delle Reggiane e ci fu chiesto se volevamo metterci a disposizione per il lavoro presso l’azienda, come dipendenti. Infatti fui assunto come impiegato disegnatore … Mio fratello Claudio, che era più giovane di me di un anno, era anche lui alle Reggiane, come operaio … Noi due fratelli abbiamo avuto un’infanzia molto legata: siamo stati assieme in fabbrica e ci siamo rimasti fino al bombardamento e alla chiusura. Poi abbiamo fatto entrambi la scelta del partigianato …

Giuseppe Sassi, 1924